Siamo alla vigilia della festività della Madonna Bianca, che torna ad illuminare Portovenere. Per questo evento notissimo in tutto il Golfo dei Poeti, le strade del borgo si riempiono di migliaia di lumini a candela, e anche nel mare le imbarcazioni si radunano al crepuscolo nel canale di Portovenere, sotto la chiesa di San Pietro e nella Grotta Byron portando ognuna la sua luce e formando un effetto scenico di grandiosa bellezza.
Il miracolo del dipinto luminoso
La festa della Madonna Bianca, che ricorre ogni anno il 17 agosto, ha origini molto antiche. La nascita del culto mariano portovenerino risale alla notte del 16 agosto del 1399, nel borgo marinaro portovenerese colpito dalla peste, durante l’occupazione francese.
Il tal Luciardo era raccolto in preghiera all’interno della sua casa davanti a un’icona della Madonna, affinché intercedesse per la cessazione della pestilenza che aveva duramente colpito gli abitanti. Nella stessa stanza, si trovava anche un’altra icona mariana più antica e annerita dal tempo, che si narrava fosse giunta dal mare. Assorto nella preghiera, Lucciardo notò che piano piano la vecchia immagine annerita stava riprendendo colore, splendendo.
Stupefatto, osservò il disegno cambiare forma: le mani della Madonna si stavano giungendo in preghiera e tra le mani del piccolo Gesù comparve un cartiglio che invitava tutti a pregare e a convertirsi. Lucciardo gridò al miracolo e la gente del paese iniziò ad accorrere in casa sua e rimase sbalordita davanti al processo di trasformazione del dipinto, che durò qualche ora. A certificare l’evento intervenne il notaro Giovanni Michele di Vernazza che redasse una attenta cronaca dell’avvenuto, controfirmata anche da 60 testimoni oculari.
Nell’immagine, dipinta su pergamena, la Vergine Maria sorregge il Bambino Gesù. Che tiene in mano un un rotolo di carta con su scritto “Madre, quel che te piace mi contenta pur chel peccator dal mar far si penta”. A fianco della Vergine, denominata Madonna Bianca per il chiarore della pelle, si trovano due santi. Il primo è san Cristoforo, mentre il secondo è ancora sconosciuto.
Quell’evento segnò la fine della pestilenza, e fu così che iniziò la devozione verso la Madonna Bianca. Una lapide su una parete della cappella dell’immagine è posta a ringraziamento di Porto Venere alla sua Patrona, per la sua protezione anche durante la II Guerra Mondiale.
La trave delle reliquie
Si narra che il sacro dipinto sia giunto via mare intorno al 1200 custodito in un tronco di cedro del libano, ancor oggi esposto nella navata sinistra della chiesa. Tale mezzo di trasporto per reliquie, oggetti sacri ed iconografie, non era del tutto inusuale a quel tempo, infatti navi di ritorno dalla Terra Santa avevano a bordo tronchi scavati, nei quali custodire simili oggetti, che venivano chiusi ermeticamente e gettati a mare in caso di danni alla nave o presenza di pirati.
La trave, in legno di cedro del Libano, è lunga più di tre metri e presenta una cavità lunga un metro e mezzo e profonda circa trenta centimetri. La trave conteneva dei reliquiari e quattro cofanetti istoriati secondo schemi decorativi propri dell’arte persiana dell’XI secolo. Gli oggetti preziosi erano stivati nella sua cavità, chiusa da una tavola inchiodata e sigillata di pece.
Nel 1204 (era l’anno della Quarta Crociata e del saccheggio di Costantinopoli) questa trave fu trovata in mare da alcuni pescatori di Porto Venere che la portarono a terra e ne scoprirono il contenuto. Secondo la tradizione orale riportata in una relazione scritta del 1665, la trave faceva parte del carico di una nave fuggita da Cesarea al momento della conquista musulmana e, per salvarsi da una grave tempesta, l’equipaggio la gettò in mare per alleggerire lo scafo.
Un altro documento storico riporta la notizia che, nello stesso anno, sei galee genovesi, una delle quali era di Porto Venere, spogliarono una nave che proveniva da Costantinopoli (forse proprio dal saccheggio della città) ed era carica di molte ricchezze e reliquie: la trave costituiva la parte di bottino che spettò alla galea portovenerese.
Quanto pervenuto in questa occasione a Porto Venere fu unito alle altre reliquie e agli oggetti preziosi già in precedenza custoditi nella chiesa di San Lorenzo. Nel 1644 il cardinale Durazzo ne stilò l’elenco completo: tra esse erano il corpo di San Pacomio abate, tre croci d’oro d’orificeria bizantina appartenute a Costantino, un frammento della croce di Cristo, un gran numero di vasetti d’argento contenenti preziose reliquie e teche d’avorio con reliquie di santi e martiri. Nel 1878 e nel 1914 due furti sacrileghi sottrassero gran parte degli oggetti preziosi.
Informazioni utili da sapere per la ricorrenza della Madonna Bianca 2024
Anche se il richiamo turistico è altissimo, per i locali rimane il valore religioso, che è richiesto di rispettare.
Sono previste diverse cerimonie liturgiche nella chiesa di San Lorenzo durante tutto il giorno: inizieranno alle 6.30 con la processione del mattino.
Seguiranno le sante Messe alle 7, 8, 9. Alle 11 il vescovo Luigi Ernesto Palletti presiederà la Messa solenne. Nel pomeriggio, Messe alle 17 e 18. Alle 20.30 recita del Rosario cui segue la tradizionale processione per le vie dell’antico borgo marinaro, illuminate dai caratteristici “padelloni”. Alle ore 21 la celebrazione della Messa sul Piazzale di San Pietro. Segue la processione solenne lungo le strade illuminate fino alla chiesa di San Lorenzo, dove si trova l’effigie miracolosa della Madonna Bianca.
Per l’occasione la Proloco di Portovenere collabora con l’associazione Barcaioli di Portovenere organizzando dei tour serali in barca di 30/40 minuti per seguire la fiaccolata dal mare: ore 21:00 – 21:45 – 22:30 – 23:15. http://www.prolocoportovenere.it/
Sono previsti collegamenti da Lerici a Portovenere in battello grazie al servizio di linea della società Navigazione Golfo dei Poeti: ore 9:30, 10:30, 11:30, 14:20, 15:20, 16:50; 20:00, 20:20. Ultimo battello per il ritorno a Lerici alle ore 23:40. https://navigazionegolfodeipoeti.it